Mi è sempre piaciuto il paragone tra questa virtù e il giglio, che è un fiore veramente candido com’è l’anima di una persona pura”.
Dopo questa sua diretta testimonianza, aggiungere altre parole, sarebbe superfluo. Impariamo invece, assieme a lui, a fare sì che la nostra vita possa essere sempre limpida e cristallina rendendo gloria al Padre che è nei cieli.
don Eligio
O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre mia, ti prego, aiutami ad assomigliarti.
(Composta da Fabrizio)
Donami la purezza del cuore affinché possa diventare come Maria Goretti un piccolo fiore di campo che, pur nella sua semplicità, ha preferito morire pur di non macchiarsi con un grave peccato. Oh Celeste Mamma, ti affido il mio cuore, formalo come vuoi tu, riempilo di pensieri, parole, azioni pulite come le tue. Donami la certezza che solo i puri di cuore potranno vedere Dio. Ma soprattutto fa che la mia vita possa splendere come lampada che arde affinché quanti mi avvicinano, abbiano a scoprire anche in me che “Dio è Amore”. Il “Piccolo Fiore” di campo mi accompagni in questo cammino. Amen.
FABRIZIO: COME L'ABBIAMO VISTO PREGARE
“Quando Mosè scese dal monte Sinai non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui” ( Es 34,29 )
Fabrizio ci ha sempre interpellato profondamente quando pregava, lo può descrivere bene un passo degli Atti degli Apostoli riferito a S. Stefano:
“… fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo”. (Atti 6,15)
L’abbiamo visto più volte pregare assorto, con il volto sereno proprio ad esprimere la pace interiore che lo permeava.
Pregava spesso e volentieri, personalmente e in gruppo, amava il silenzio, la Parola di Dio, la preghiera del S. Rosario, rimaneva anche per ore in adorazione davanti a Gesù Eucarestia.
Anche la sua vita era un continuo pregare, interveniva con delicatezza durante gli incontri di catechesi, parlava del Signore con convinzione e forza, ma non era invadente e seccante; parlava con Dio e parlava di Dio.
Essendo capogruppo dei chierichetti e dei pre-adolescenti era solito presentare al Signore le intenzioni più profonde per ogni ragazzo che gli veniva affidato sentendo che ciascuno era prezioso agli occhi di Dio.
Durante i lunghi mesi di coma, per l’incidente subito, più volte siamo andate vicino al suo letto a pregare e notavamo sul suo volto espressioni di serenità e di adesione alla preghiera, sembrava seguire ogni parola con compiacimento.
Ora, dal cielo, Fabrizio, continua a camminare con noi e il suo ricordo ci è di stimolo perché la nostra preghiera sia sempre più autentica e senza ipocrisia.
Le suore Orsoline di Canale
Fabrizio e l'amicizia
“Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore” (Sir. 6,14-16)
Fabrizio l’ho conosciuto alle elementari. Frequentavamo la stessa classe e se ricordo bene era anche mio compagno di banco. In quel periodo non ho approfondito molto l’amicizia con lui, eravamo troppo piccoli, ma l’ho fatto in seguito, verso la 1°media. Mi ricordo bene, passavamo come hobby interi pomeriggi a casa sua tra riviste di motori e nel laboratorio di suo padre. In casa Boero c’è sempre stata la passione per la lavorazione del legno.
Quando il tempo era bello prendevamo la bicicletta e, via sfrecciando per valli e colline. Sono sicuro: egli era il mio grande ed unico amico. Non so come spiegarlo ma Fabry (così lo chiamavo) è sempre stato diverso dagli altri che frequentavo. Innanzitutto era senz’altro più serio e maturo della sua età. Non prendeva mai in giro nessuno e aveva rispetto per tutti. E questo mi piaceva. In più aveva una particolarità che lo ha reso sempre speciale: nutriva una fede fortissima nel Signore e in sua Madre. Non urlava la sua fede; ma si poteva capire che era un autentico cristiano dal suo modo di affrontare ogni situazione. Una sera un gruppetto di comuni amici aveva affittato una videocassetta dal contenuto equivoco e dovevamo vederla a casa di una compagna. Alla visione era stato invitato anche Fabry. Quando egli capì di che cosa si trattava, si mise a contestare subito tale visione. Dopo di ciò, salutando tutti, se ne andò. Non so loro, ma io mi vergognai di essere stato coinvolto in quella scelta e subito, con una scusa, anch’io me ne andai. Ecco il vero cristiano: la persona che dà testimonianza.
Un altro aspetto di Fabry che ricordo è che, quando sentiva bestemmiare, rimproverava la persona che pronunciava in modo irriverente il nome del Signore. Per questa sua coerenza è stato preso in giro molte volte, e, in qualche occasione, escluso. Penso che per tutto ciò abbia sofferto.
Eravamo giovanissimi quando mi ha “rivelato” che amava tantissimo la preghiera del Rosario e il confessarsi spesso. So con certezza che recitava il Rosario tutti i giorni; a volte anche più di uno. Sono stato fortunato a conoscerlo e spero che queste mie parole servano come esempio ed aiuto a tanti altri ragazzi.
Andrea
Fabrizio: un compagno riservato
“Non ventilare il grano a qualsiasi vento e non camminare su qualsiasi sentiero. Sii costante nel tuo sentimento, e unica sia la tua parola. Sii pronto ad ascoltare, lento nel proferire una risposta”.(Sir. 5,9-11)
Fabrizio era molto dolce e sensibile, forse troppo e altrettanto riservato.
In classe c’era fisicamente, ma non sempre era presente mentalmente. Sovente si isolava in un mondo tutto suo, nel quale nessuno di noi compagni penso sia mai riuscito ad entrarvi, probabilmente non ce lo ha mai permesso, lo custodiva tutto per sé. Nonostante abbiamo condiviso per quattro anni ogni giorno scolastico con Fabry, credo che molti di noi e dei nostri professori non siano riusciti a capire a fondo il vero compagno e l’allievo che ci stava accanto, ad apprezzare la profondità degli ideali nei quali credeva, a condividere i valori ed i pensieri che si racchiudevano in quel ragazzo così giovane, ma così grande.
Aveva sicuramente molte doti, una delle quali era la capacità di formulare frasi piene di amore e di fede. Leggerle mi ha permesso di riflettere e farmi conoscere un Fabrizio che non avevo mai visto sotto questa luce; sono giunta alla conclusione che l’essere umano apprezza le cose, di qualsiasi genere, quando queste non ci sono più.
Le mie non sono frasi di circostanza, ma rispecchiano i sentimenti che provo per quell’angelo che ora vive alla presenza di Dio.
Simona
Questo era il pensiero di Fabrizio sul razzismo espresso in un tema scritto nel 1991, quando frequentava Ragioneria a Alba:
" Una persona democratica deve avere ben chiara in sè l'importanza del rispetto dei valori umani del prosimo e di conseguenza non può arrivare a fare discriminazioni. Pertanto in una società come la nostra così ricca e progredita economicamente ma profondamente povera moralmente non ci potrà essere un vero progresso civile sè non si rinuncerà ai pregiudizi che sono un grosso ostacolo alla civiltà stessa "
Fabrizio e il GAM
“Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le scritture?” ( Lc. 24,32 )
Ho avuto la fortuna di conoscere Fabrizio e di condividere con lui alcune esperienze. La più significativa è stata quella vissuta a Roma: Don Eligio infatti ci chiese di accompagnarlo in questa città dove avremmo conosciuto alcuni giovani.
In quella occasione abbiamo scoperto il Movimento GAM (G.A.M. Movimento Mariano - Gioventù Ardente Mariana di Alba), partecipando ad un campo-scuola a Genzano. Nelle giornate trascorse a Roma abbiamo partecipato a vari cenacoli e siamo stati colpiti dall’entusiasmo e dalla convinzione nella preghiera di quei giovani.
Quando siamo tornati a Canale, eravamo euforici e a tutti raccontavamo l’esperienza appena vissuta. Sembrava quasi facessimo la gara per contagiare di gioia il maggior numero di amici.
Fabrizio era un esempio per tutta la nostra compagnia. Mi ricordo che riusciva a trasmettere la sua fede soprattutto con la vita più che con le parole. Non di rado infatti, entrando in chiesa l’ho visto inginocchiato davanti al tabernacolo con il Rosario in mano.
Penso che sia stato il primo tra i miei amici a capire l’importanza di questa preghiera e a viverla quotidianamente, con gioia e convinzione.
E’ in quell’epoca che abbiamo iniziato a pregare insieme con il Rosario e Fabrizio, in quelle occasioni, era sempre con noi e spesso era lui a prendere l’iniziativa e a proporci la preghiera comune.
Per me Fabrizio è stato un grande esempio di fede e continuerà ad esserlo per sempre.
Marco Costa
Riflessione di Fabrizio sulla quarta stazione della Via Crucis “Gesù incontra sua Madre..”
Simeone parlò a Maria Madre di Gesù: Questo fanciullo… sarà segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima.” (Lc 2, 33ss)
Simeone dice a Maria che questo fanciullo sarà segno di contraddizione; contraddizione perché Gesù è venuto per portare la rovina o la resurrezione, per dare a ciascuno la vita o la morte a seconda dei propri meriti: questo perciò non dipende da lui, ma dipende da noi, se accettiamo oppure no la sua chiamata.
E accettare di seguire Gesù vuol dire innanzitutto accettare delle sofferenze che però ci permettono di crescere nella fede: Maria sapeva che avrebbe dovuto soffrire: infatti Simeone le ha detto: “Una spada ti trafiggerà l’anima”, ma ciononostante Maria ha continuato a dire il suo Eccomi ed è stata vicina a Gesù anche nel momento di maggior dolore, quello della croce.
Gesù è appunto segno di contraddizione: o siamo con lui, o siamo contro di lui. Non possiamo essere cristiani tiepidi che pregano solo quando hanno bisogno di aiuto perché non sanno più a chi rivolgersi e lo hanno messo all’ultimo posto dei propri pensieri. L’essere cristiani impegnati vuol dire invece affidarci totalmente a lui, consci della nostra nullità affinché faccia di noi secondo i suoi disegni, affinché riusciamo a vederlo in chi ci è vicino, in chi soffre, in chi ha bisogno di speranza.
Così facendo, anche noi possiamo essere modello per gli altri: santo non è solo chi fa grandi opere o miracoli, ma anche chi riesce a fare bene le piccole cose. Per concludere vorrei citare una frase che ho letto in un libro, e credo sia molto significativa: “Non ci sono molti modi di amare Gesù: donarsi ai propri fratelli. Ci sono però molti modi di donarsi ai fratelli.
La breve ma intensa avventura di Fabrizio è stata per tutti coloro che lo hanno conosciuto un preciso messaggio di speranza. La sua condotta quotidiana di giovane pulito, spesso esemplare, non ha avuto gran risalto nel mondo della cronaca. Non c’è da stupirsi! Ma anche per lui resta sempre vero l’antico adagio: “Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. Rimane pertanto la realtà che, quanto Fabrizio ha seminato, continua a germogliare donando a molti ragazzi e giovani la forza di lottare per costruire un mondo migliore.
“Non stancarti di fare il bene; se non desisti a suo tempo mieterai. Finché ne hai l’occasione, opera il bene. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.”(Gal 6, 7.9-10)
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