Un giovane GAM che ha scoperto il "Tesoro nascosto": Gesù.

 

"Ci sono molti modi per donarsi ai fratelli e alle sorelle"

È nato a Torino il 12 giugno 1974 da papà Franco e Gabriella Tiglio. Di carattere mite, sensibile, sempre attento e aperto alle necessità altrui, a causa di un grave incidente d'auto, rimarrà in stato comatoso per circa dieci mesi.

 

Anche dal suo letto di dolore ha continuato ad irradiare luce e forza. Il 24 settembre 1993, dalla sua casa in Canale D'Alba (CN), è passato definitivamente alla Casa del Padre.

 

I suoi 19 anni, sono stati per tutti coloro che lo hanno conosciuto un preciso messaggio di bontà e di speranza.

Fabrizio è nato a Torino il 12 Giugno 1974 e poi ha abitato a Canale d’Alba, un ridente paese del Roero Cuneese.

Papà Franco e mamma Gabriella Tiglio hanno saputo amarlo teneramente ed educarlo alla scuola dei più genuini valori cristiani. Proprio in questi Fabrizio ha camminato e si è sempre distinto. Con la sorella Daniela, che aveva cinque anni più di lui, crebbe armonicamente e imparò ad amare e apprezzare le tante belle opportunità che la vita gli offriva. Con diligenza e buona volontà frequentò a Canale le scuole elementari e medie conseguendo buoni risultati.

Tra i suoi compagni si distinse per la sua innata bontà, per il suo buon umore e per la sua rettitudine morale. Non amava i doppi sensi e rifiutava categoricamente la volgarità e la menzogna. Assunse l’impegno di animatore del gruppo chierichetti della parrocchia di S. Vittore, ruolo che svolse con passione, puntualità e fedeltà. Per i piccoli che servivano all’altare Fabrizio diventò esempio e punto di riferimento. Oggi, adulti, verso il Signore, essi portano lo stesso rispetto imparato allora e vivono nell’esempio del loro educatore. Era un giovane apostolo tra i giovani.

Nel gruppo del dopo-Cresima era da sempre presente e davanti ad ogni richiesta d’aiuto diceva con la vita: io ci sono! Presto i suoi amici impararono ad apprezzare la sua forte personalità che, anche pagando di persona, non scendeva tuttavia a compromessi. Intanto frequentò la scuola per ragionieri “ Luigi Einaudi” di Alba (CN), preparandosi ad entrare nel mondo degli adulti. Il suo tempo libero lo dedicava con passione ad alcuni hobbyes che amava moltissimo: primo fra tutti il disegno dove riusciva ad esprimere gran parte della sua fantasia. Con l’aiuto di papà Franco costruiva parecchi modellini in legno di barchette, macchinine e altri oggetti. Gli piacevano il calcio e il ciclismo. Durante le lunghe pedalate dialogava con il padre e ne ascoltava i consigli. Per la sua giovane età era un ragazzo maturo e completo.

E come tutti i ragazzi, arrivata la maggior età, prese la patente e ebbe la sua auto. Un sabato sera, il 28 novembre 1992, si ritrovò con alcuni amici per festeggiare un compleanno, ad Alba.

Nessun abuso di nulla per quanto succederà poi, solamente un po’ d’inesperienza. La strada viscida e scivolosa di quella notte fece il resto. In una curva la macchina sbandò e, uscendo di strada, andò a sbattere contro un albero. La corsa immediata all’ospedale S. Lazzaro di Alba e successivamente, al S. Croce di Cuneo, dove fu tempestivamente operato chirurgicamente, purtroppo senza l'esisto sperato.

Tra speranze e lotte continue, per ben 10 mesi, attorno a Fabrizio si alternarono familiari ed amici. Molti chiesero con fede ed insistenza la grazia della sua guarigione, ma per Fabrizio c'erano altri “progetti” che a noi non è dato comprendere. Il 24 settembre del 1993 Fabrizio ci lasciò per il cielo nel quale aveva creduto e sperato e per il quale si era preparato molto bene.

 

 

Scarica la canzone dedicata a Fabrizio Boero

 

 

 

 

 

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